20070503

chiesa popolare

[...] "chiesa popolare".
Essa relativizza il senso della istituzione e del diritto canonico.
Essa cambia il senso dell'identità cristiana, definita non più dall'appartenenza all'istituzione ma dall'identificazione con i poveri.
Essa cambia il senso della missione sacerdotale ed episcopale che diventa quella di "andare raccogliendo i cadaveri e tutto ciò che produce la persecuzione della Chiesa"; diventa quella di restituire la speranza ai poveri.
Essa cambia la sua esperienza di Dio, che diventa il Dio dei poveri; il senso della gloria di Dio diventa la vita del povero (gloria Dei vivens pauper).
Essa cambia le sue scelte politiche, individuando nel popolo il criterio di valutazione dei partiti politici.
Essa cambia il suo rapporto con la curia romana e la nunziatura, che diventa più libero ed autonomo.
Essa cambia il senso dell'autorità che diventa testimonianza di coerenza; e che ispira una continua consultazione del popolo e quindi la fedeltà al punto di vista del popolo.
Essa cambia il senso della messa, che, celebrata con i poveri, cessa di essere un dovere giuridico e diventa la presenza di Cristo crocifisso e sanguinante e il sacramento della comunione con i poveri.
Essa rinnova il senso dell'amore, scoprendo la sua dimensione politica e con essa una nuova concezione del martirio.
Essa rinnova infine il senso della risurrezione, che cessa di essere una prospettiva individuale e diventa la forma definitiva di identificazione con il popolo: "se mi uccidono risorgerò nel popolo".

ADISTA n°22 del 19.3.2005

Nessun commento: